Pensieri su… “I doni della vita”

“I doni della vita” di Irène Némirovsky è un libro che mi ha davvero sorpresa. Stranamente i libri che mi capitano per caso sono quelli che mi piacciono di più. In questa occasione, questo volumetto stava per essere buttato! Già! Ma io l’ho preso con me e non credo che me ne separerò. È anche una prima edizione datata 2010. C’è anche una dedica destinata alla proprietaria originaria, che potrà riavere il libro quando vuole, se mi promette di trattarlo bene e di non abbandonarlo più. Ma ormai credo che abbia trovato una casa con me.

Una lettura veloce, interessante, con molti dettagli storici della prima e sella seconda guerra mondiale, che i protagonisti attraversano. Sembra di essere fermi e seduti a guardare la vita che passa, di averne vista una parte passarci davanti. Perché i due protagonisti, Pierre e Agnès, sono al centro di tutto ma non sono gli unici personaggi rilevanti. Loro vengono da due famiglie che hanno la loro storia e hanno i loro genitori e nonni intorno, e dopo di loro ci saranno figli e nipoti. Sembra di arrivare a vedere un film già cominciato di una storia che non termina ma prosegue dopo l’ultima parola.

Amore, forza, disperazione, distruzione, ricostruzione, litigi, pazienza, disappunto ma alla fine al fondo di tutto c’è sempre la famiglia che, nonostante tutto, non abbandona mai chi ne fa parte. Anche se ci sono alti e bassi, di fondo c’è sempre l’amore. E in mezzo a tutto ecco i doni della vita: le gioie e i dolori da affrontare insieme alle persone che amiamo, perché la vita è questo. È mare calmo e burrasca ma si è sempre tutti sulla stessa barca.

Io avrei scritto “il” flûte, non “la” flûte.

Attenzione a “l’uno verso l’altro”, se si tratta di un uomo e una donna è “l’uno verso l’altra” o “l’una verso l’altro”.

“Panini imbottiti”, direi “panini ripieni”.

“Accanto a sé”, quando è al plurale diventa “accanto a loro”.

Bellissima la frase: “L’essere umano trae forza dalla sventura, e più la sventura è grande, più è grande questa forza”.

Purtroppo è vera e attuale anche la frase: “Nel mondo in cui vivevano, l’intelligenza, la cultura e l’educazione non valevano più granché”.

Un libro che fa riflettere su quali siano le cose veramente importanti.

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