La maledizione degli undici giorni

Un po’ come la crisi del settimo anno, arriva inesorabile la maledizione degli undici giorni (che si manifesta ovviamente molto prima). Non è difficile immaginare cosa sia. Cominci a uscire con un uomo, quella persona ti piace, tu gli piaci, ma la catastrofe è lì, dietro l’angolo, e vi travolgerà l’undicesimo giorno che vi frequentate! Un po’ come nel film “Come farsi lasciare in dieci giorni” (con Matthew McConaughey e Kate Hudson) ma senza premeditazione e ci vogliono 24 ore in più. È una data fatidica e provata in parecchi casi. Funziona più o meno così:
Giorno 1 = Primo appuntamento: si esce insieme dopo essersi conosciuti.
Giorno 2 = Il sole splende, gli uccellini cantano e i fiori profumano.
Giorno 3 = E se si fosse già stancato? Oggi ha chiamato solo due volte…
Giorno 4 = Sì, lo sapevo, è uno che si vuole solo divertire!
Giorno 5 = Non mi sbagliavo, è l’uomo per me! Oggi ci siamo visti ed è stato così carino!
Giorno 6 = Non vedo l’ora di rivederlo! Dovremmo vivere insieme!
Giorno 7 = Chissà se ha dei segreti… Ha lasciato lui la sua ex… Forse non è l’uomo che credo…
Giorno 8 = Non mi chiama più! Mi ha lasciata! – Ah, aveva solo fatto tardi a lavoro…
Giorno 9 = Ma io non sono importante per te? Non dovrei essere la cosa più importante della tua vita?
Giorno 10 = Voglio essere rassicurata, coccolata, amata e… l’ho già detto coccolata? Tu non mi ami!
Giorno 11 = È finita.
La maledizione degli undici giorni colpisce tutte quelle donne insicure che hanno paura di imbarcarsi subito in una nuova relazione ma che allo stesso tempo pretendono una storia d’amore a scopo matrimonio. In sostanza, se la tirano. La verità è che ci si può mettere subito insieme dopo un colpo di fulmine, dopo anni di conoscenza o dopo due mesi di frequentazione. Ogni storia è a sé e può durare per la vita o finire dopo un giorno. Ma pretendere la completa dedizione e l’amore incondizionato dopo soli 11 giorni è solo sinonimo di insicurezza. Lo controllo, quindi non soffrirò. Non possiamo trovare certezze negli altri se non le abbiamo in noi. Come si può pretendere tutto e subito da una persona che realmente ancora non conosciamo? Per essere davvero oneste, dovremmo chiederci se noi stiamo già dando tutto, se siamo già innamorate, o anche solo realmente interessate, o ancora se vogliamo soltanto la certezza dell’affetto dell’altra persona, a prescindere dal nostro.
Nel libro “Mangia prega ama” di Elizabeth Gilbert, si legge: “La dipendenza è una caratteristica delle storie d’amore basate sull’infatuazione”. Io aggiungerei anche basate sull’insicurezza.
Gli undici giorni scadranno e noi, come Cenerentola dopo il ballo, ci ritroveremo a dover scappare senza scarpetta e vestite di stracci da una festa che per noi è appena finita. Il vestito elegante del nostro amore non era reale: mascherava soltanto gli stracci della nostra paura e della nostra insicurezza. Le scarpette invece restano, a ricordarci che noi, donne, siamo reali e viviamo nella realtà, non nelle paure, tanto meno nelle fantasie. Ma stavolta il principe non ci verrà a cercare per riportarci la nostra scarpetta di cristallo: sarà solo sollevato che quel ballo sia finito! E noi cammineremo zoppe nella realtà ma continueremo a volare nel nostro sogno di amore perfetto. O forse no. Magari, pur nella nostra incertezza e paura di stare da sole, potremmo aver avuto la fortuna di incontrare qualcosa di meglio di un Principe Azzurro canterino con calzamaglia e piuma sul cappello: un uomo. Quell’uomo che verrà da noi con l’altra scarpetta della nostra realtà, proponendoci di lasciar stare il ballo del presunto innamoramento e dell’apparenza. Ma chiedendoci di rimetterci le scarpe, di indossare qualcosa di comodo e di camminare a fianco a lui. Perché è solo parlando, camminando fianco a fianco e affrontando la vita insieme che si può scoprire se vogliamo percorrere la stessa strada.

Un pensiero su “La maledizione degli undici giorni

  1. Cara. Undici giorni o …sette anni…o… Non contando i giorni del tempo che non ha valore, ma vivendo che “tu” partecipi alla mia, alla nostra comunque breve esistenza con sincera attenzione e, ricambiando gli sguardi, condividi le mie ansie per me e per te… la strada sembra lieta. Così ti auguro di cercare e di trovare l'”uomo” che cerchi.

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