Pensieri su… “Era una famiglia tranquilla”

“Era una famiglia tranquilla” di Jenny Blackhurst (Newton Compton editori). Un thriller uscito a gennaio 2017 che tiene incollato il lettore fino all’ultima riga. La storia è come la crostata al cioccolato che vedete nella foto (preparata dal Ratatouille romano che ormai conoscete), che ho gustato nel corso della lettura: parte dal centro con una storia drammatica e poi ti trascina come in un vortice, allargandosi sempre di più con dettagli e storie del presente e del passato. 

La protagonista è Susan: una donna bella e felice che ha appena avuto un bambino da suo marito Mark. Ma viene accusata di aver soffocato il suo bambino, Dylan, anche se non ricorda niente. Finisce in un istituto psichiatrico, dove incontra Cassie, che diventerà la sua migliore amica. Ma perde i contatti con suo padre e con Mark. Quando lei e Cassie escono dall’istituto, Susan riceve una foto di suo figlio ormai cresciuto. E se fosse ancora vivo? Impossibile. Oppure no? Poi piomba a casa sua Nick, che ammette di essere un giornalista e la aiuta nelle indagini. Intanto Susan torna a trovare Mark nella loro vecchia casa, incontra il suo avvocato, Rachel, e riallaccia il rapporto con suo padre. Forse è stato lui a mandarle la copertina di Dylan… La storia diventa sempre più intricata e il passato si fonde con il presente. Qualcuno segue Susan, la fotografa e la minaccia. Ma chi? Può fidarsi di Nick e Cassie? E di suo marito? E del suo avvocato? E di se stessa? Forse è lei stessa che, senza ricordarsene, ha devastato casa sua e quella di Nick o che ha messo nell’album di Dylan delle strane foto… 

Parallelamente si svolge una storia nel passato, che ha come protagonista Jack, un giovane perverso, e un suo amico che viene soprannominato Shakespeare. Ma chi è davvero?

Alla fine tutto acquista un senso. L’epilogo della storia è incredibile. Ma paradossalmente verosimile. E tutto torna a posto perfettamente, come nel cerchio della crostata.