Adulti si diventa

Bambini si nasce, adulti si diventa. Se lo si vuole. C’è qualche eterno Peter Pan che intende restare bambino per la vita! E bambino significa: figlio, senza responsabilità di una famiglia propria.
Erich Kästner diceva: “Solo chi diventa adulto e resta bambino è un uomo”. Certo. Ma lui ovviamente lo diceva in un senso molto profondo. Qui ci sono “uomini” che sono in realtà bambini mascherati da adulti! Non si tratta di persone che non hanno dimenticato la propria fanciullezza; non di adulti che sentono e comprendono ancora la curiosità e la sensibilità dell’infanzia; non di uomini che ricordano cosa significhi essere bambini e per questo aiutano meglio i più piccoli a crescere! No! Parliamo solo di gente apparentemente adulta: chi fa il cocco di mamma; chi non vuole la responsabilità di una famiglia e vive alla giornata nel proprio appartamento, facendo il proprio lavoro, e poi porta i panni da lavare a casa di mamma, mentre organizza per sé l’ennesima settimana bianca! Niente responsabilità. Donne? Sì! Ma mollate a breve, perché “non ti amo più”, “non capisco mai cosa provo”, “non sento lo slancio che speravo arrivasse”, “tu meriti di meglio”, “in questo periodo della mia vita non ho la testa per avere una storia”, “forse non sono ancora maturo per una storia seria”! Cavolate! Sarebbero più corretti nel dire all’inizio: “Mi voglio solo divertire”. E invece dicono: “Proviamo!”. Diffidate dai “proviamo”! Sottintendono già che il bambino che avete accanto un giorno si sveglierà sentendosi “strano”, cercando di convincere la fidanzata di turno che c’era qualcosa che non andava, che lui l’aveva detto, e che la storia è andata male ed è appena finita! Quando invece è lui che ha seminato dubbi e finti problemi qua e là, solo per potersi sganciare a breve! Ma dove sono finiti gli UOMINI?

2 pensieri su “Adulti si diventa

  1. viviamo in un epoca dove l’illusione e la suggestione giocano un ruolo dominante, dove la realizzazione del proprio ego cozza con la capacità di porsi in secondo piano rispetto ad un progetto più ampio,come quello della coppia. Siamo figli del benessere e del disimpegno, del virtuale, del consumismo, e consumiamo tutto con l’illusione che tutto sia rinnovabile ma non facciamo i conti con il tempo che passa inesorabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *