Camminavo in una delle librerie che frequento di solito, quando sono stata fermata dall’addetta stampa della casa editrice bookabook che mi ha presentato un autore.
Mi sono trovata in passato nella stessa situazione: anche io ero in una libreria per far conoscere uno dei miei libri. Ma questa è un’altra storia. Così, un po’ per solidarietà e un po’ per curiosità, ho stretto la mano all’autore, Malik Tariq Bashir, e ho preso una copia del suo libro “Il profumo dei Valgesi” (2022).
Qualche imprecisione. Il linguaggio risulta formale e a volte forbito, forse a volte troppo difficile per il grande pubblico, visti i termini specifici relativi all’architettura. A pag. 47 Cesare dice al viandante che non potrà più andarsene da lì, e successivamente che saranno loro a decidere se potrà andarsene.
Oltre questo, il libro mi è piaciuto. Sa più di racconto che di romanzo. È breve ma intenso. Lo definirei un romanzo breve. Entrare in questo libro è come entrare in acqua. Mi è sembrato di annaspare finché non ho trovato un salvagente: l’epilogo. E finalmente ho capito dove mi trovavo mentre stavo leggendo.
La storia è sorprendente e incomprensibile fino all’ultimo. È avvincente e piena di momenti forti. Poi si esce dall’acqua, dall’incomprensibile e il finale del libro riporta il lettore sulla terra ferma, alla realtà.