Ero molto curiosa di partecipare alla prima edizione di “Fara Noir”, festival letterario dedicato al genere noir, che si è svolto il 20 e 21 agosto scorsi a Fara in Sabina, in provincia di Rieti.
Nel corso della due giorni si sono susseguiti presentazioni di libri, seminari gratuiti e laboratori per bambini. Alla manifestazione erano presenti degli stand espositivi di polizia e carabinieri, per illustrare al pubblico tecniche investigative e strumenti scientifici.
Chi mi conosce sa che sono un’appassionata di libri e film noir, gialli e thriller. Aggiungo che uno degli esami universitari che più mi hanno interessata è stato quello sulla “forensische Linguistik” (linguistica forense), per il quale ho esaminato delle vere lettere minatorie trovate sul web.
Così, sono andata a curiosare. Non come giornalista, come “me”. Ho trovato un’atmosfera tranquilla e una temperatura accettabile (meno male, perché odio il caldo!). Per quanto riguarda i seminari sono riuscita a seguirne due e al termine di ognuno è stato regalato ai presenti un libro sul tema. Un’idea molto carina. I seminari erano più semplici di come me li aspettavo ma certo non banali. Mea culpa: adoro la criminologia e vorrei imparare, approfondire, sapere. Lo farò attraverso i libri, che ovviamente contengono più notizie di quelle che sono state dette a voce, in un caldo pomeriggio d’estate, senza farne dei momenti pesanti. Io volevo dei momenti pesanti. Approfondirò.
Posso parlare soltanto dei due seminari che ho seguito: uno riguarda i crimini nei confronti degli animali, l’altro crimini irrisolti e cold case investigation. Ho ricevuto rispettivamente due interessanti pubblicazioni: “Alla radice della violenza di specie” e “A pista fredda”, a cura del Dott. Marco Strano. Vorrei che ci fossero più leggi a tutela degli animali. La sensibilità degli esseri umani nei confronti del mondo animale sta cambiando in senso positivo ma non basta. E vorrei ricordare, come è stato detto durante il seminario, che i bambini che maltrattano gli animali potrebbero poi fare del male ad altre persone in età adulta. Quindi è ovvio che i bambini vadano educati in tal senso e i loro comportamenti tenuti sotto controllo.
Per quanto riguarda i cold case, i cosiddetti casi freddi, non devono scoraggiarsi le persone coinvolte. È vero che la cosiddetta scena del crimine può cambiare nel corso degli anni e rendere difficili o impossibili successive indagini, ma è anche vero che le tecniche utilizzate dagli investigatori migliorano e, con il tempo, potrebbero anche uscire fuori nuove piste e nuove prove. Senza contare che l’omicidio non va mai in prescrizione.
Un caso singolare è quello raccontato nel libro “La dama bianca di Poggio Catino – Storia di un femminicidio mai avvenuto?” di Marco Strano e Simone De Freja. L’identita della donna è stata individuata a cinquecento anni dalla morte. Ed è uno dei libri che vorrei leggere. Per ora il titolo è in lista d’attesa tra quelli da acquistare, considerati i venti libri, cominciati e da cominciare, che sono sul mio comodino…