La risposta pronta

Avete presente quella risposta a una vostra domanda semplice, che lascia una cappa di gelo? Quando vi sentite di avere un punto interrogativo disegnato sulla fronte, perché credete di non aver capito bene? Quando rimanete senza parole? Ecco, a me è successo di recente. E devo dire che vorrei essere una di quelle persone con la risposta pronta. Una risposta semplice, intelligente e sarcastica. Invece me ne resto lì, avvolta da una cappa di gelo.

Vi racconto.

Entro in un negozio per comprare al volo poche cose. Siamo a Roma e il negozio è grande. Sono in fila alla cassa. Ho le cuffiette, perché sto parlando al telefono. Arriva il mio turno, la commessa sta dando il resto alle due persone in fila davanti a me. Così, la guardo in faccia, lei mi guarda in faccia, e le chiedo: “Mi dà una busta?”. Semplice, no? Anche un po’ scontato alla cassa. Lei passa quello che ho preso e mi guarda. Aspetta. Io la guardo. Penso che non abbia sentito quello che le ho detto poco prima, e ripeto tranquilla: “Mi dà una busta?”. Lei cade dal pero, mi fissa e dice: “Pensavo lo stesse dicendo alla persona con cui stava parlando al telefono”. Cappa di gelo. Cristalli di ghiaccio si formano nell’aria e comincia a cadere la neve. Sulla mia testa si forma un grosso punto interrogativo. Ho capito bene? La guardo e ingenuamente le chiedo: “Cioè, pensava che stessi chiedendo una busta per telefono?”. La commessa, stizzita, cerca di riprendersi, ignorando la mia domanda: “E poi io stavo parlando con l’altro cliente”. Il punto interrogativo sulla mia fronte si allarga e arriva una tormenta di neve. Penso: non stava parlando con l’altro cliente. Io le ho chiesto una busta. Come ha potuto pensare che la stessi chiedendo per telefono? In mezzo alla tempesta di neve, aspetto la busta. Non le rispondo. Pago. Esco dal negozio. C’è il sole. Non credo ci tornerò più.

Sconcertata per lo strano incidente, lo racconto a un’amica. Lei mi guarda e dice: “Devi avere la risposta pronta! Bastava rispondere alla commessa così: aspetta, mo chiedo per telefono. Che me pòi dà ‘na busta? No, me dicono de no, me la devi dà te!”.

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