Pensieri su… “Agatha Raisin e l’insopportabile ficcanaso”

“Agatha Raisin e l’insopportabile ficcanaso” di M.C. Beaton, Astoria Edizioni, è uscito a giugno 2018. I libri Rossi Astoria a copertina morbida sono inconfondibili e hanno un odore particolare, dolciastro, di nuovo.

Non conoscevo il personaggio di Agatha Raisin ma della stessa autrice avevo già letto “Morte di una moglie perfetta” e “Morte di una sgualdrina”, con protagonista Hamish Macbeth. Che dire? La Beaton non delude mai! Hamish Macbeth ha il suo carattere, è un uomo di campagna e sta bene nel suo paesino. Ha pregi e difetti e in qualche modo resta simpatico. Agatha Raisin, della quale ho fatto la conoscenza in questo giallo, è tutto tranne che simpatica. È una donna di mezza età che beve e fuma, anche se ultimamente sta cercando di non fumare al chiuso in presenza di altri ma soltanto all’aperto; non è particolarmente bella, è vendicativa (si prende la sua rivincita su un giornalista) e a volte si sopravvaluta (come in una telefonata in cui finge un accento diverso ma viene scoperta). A volte fa delle scelte improvvise e decide per gli altri, come quando manda via Sharon dalla casa di Toni, due ragazze che lavorano per lei. O quando non vuole che Toni e il nuovo assunto Simon abbiano una storia d’amore. Eppure mi piace! È umana e credibile proprio per la sua imperfezione, la sua impulsività e per le scelte sbagliate che a volte fa, come nascondere delle prove o non chiamare subito la polizia… E nonostante i suoi difetti insegue la verità, che è sempre una, e alla fine la trova.

Questa volta si trova a dover investigare su un uomo odiato da un villaggio intero: chiunque sarebbe potuto essere l’assassino, se non fosse che al momento dell’omicidio gran parte dei sospettati stava assistendo alla morte dell’uomo, pugnalato a morte… Tutti tranne due donne che non erano presenti. Una delle due, Miriam, assume Agatha per scoprire la verità ed essere scagionata.

Ma le indagini vanno avanti e i colpi di scena non mancheranno… Un libro veloce, non privo di descrizioni ma che procede spedito, senza troppi dettagli, come in una marcia continua verso nuove trame e verso la soluzione dei casi. Già, dei casi…

Non sempre la traduzione mi è piaciuta, come quando a pagina 147 dice “un cielo ampio”, meglio “un cielo aperto” o “un cielo terso”; oppure quando dice “calore umido”, meglio “caldo umido”.

C’è anche il primo capitolo del prossimo libro: “Agatha Raisin e il maiale allo spiedo”. E da questo primo capitolo si scopre una novità su come sia andata a finire l’amicizia tra la giovane Toni e Simon…

Piccola parentesi: anche in questo libro i giornalisti sono dei ficcanaso in cerca di uno scoop. Uno di loro, nemico giurato di Agatha, scriverà un articolo diffamatorio su di lei, restando però sul filo del rasoio, senza poter essere denunciato.

Davvero, non voglio rovinare ai lettori le sorprese… Perché ce ne sono tante. Con Agatha Raisin non ci si annoia mai!

Pasta “a” fichi

Il nostro Ratatouille romano ci stupisce di nuovo con una ricetta speciale! Ma è pasta o sono fichi? Una cosa è certa: sono deliziosi!

Per tre coperti

Tempo: 1 ora e mezza

Difficoltà: facile

 

Ingredienti:

Farina doppio zero:​​ gr. 200

Tuorli d’uovo:​​​ due

1 uovo intero

Sgombro in scatola:​​ gr. 120

Olive verdi denocciolate:​ 20

Miele:​​​​ q.b.

Sale:​​​ ​q.b.

Olio E.V.O.​​ ​q.b.

Zenzero tritato:​​​ q.b.

Basilico tritato: ​​​q.b.

Parmigiano grattugiato:​​ q.b.

 

A parte:

Brodo vegetale a piacere: ​1 tazza

 

Preparazione:

A mano, ovvero aiutandosi con una planetaria, impastare la farina con i tuorli d’uovo e l’uovo intero, aggiungendo un cucchiaino raso di sale. Se la pasta fosse troppo secca, aggiungere con molta attenzione acqua, quanto basta per ammorbidire e compattare l’impasto che dovrà risultare omogeneo, facile da maneggiare e abbastanza elastico.

Farne un panetto e lasciarlo riposare mezz’ora, avvolgendolo con un canavaccio o con una pellicola aderente per evitare che indurisca in superficie.

Triturare lo sgombro grossolanamente o finemente, a piacere.

Tritare le olive verdi.

Unire e amalgamare in una ciotola di ceramica lo sgombro e le olive, con l’aggiunta di un cucchiaio raso di olio E.V.O.

Preparare il brodino con il solito sistema. Aggiungere del basilico tritato se piace.

Quando starà bollendo si può generare un mulinello e unire i due albumi avanzati debitamente sbattuti. Un modo originale per presentare il brodino.

Dopo mezz’ora riprendere il panetto di pasta e stenderla a pezzi portandola allo spessore indicativo di mm.3. Lo si può fare più velocemente e precisamente con uno stendi pasta elettrico.

Si può aggiungere dello zenzero in polvere alla pasta, ripiegandola e stendendola fino ad amalgamarlo a fine stesura.

Con un coppapasta di cm.10 ritagliare il pezzo di pasta stesa ottenendo un cerchio. Quella che rimane ai bordi va unita, ovviamente, al pezzo successivo da stendere.

Al centro del cerchio di pasta versare un cucchiaio del composto sgombro-olive.

Sopra il composto versare due cucchiaini di miele.

Chiudere a sacchetto il cerchio di pasta e premere bene all’apice per sigillare ermeticamete il sacchetto, stando attenti a non rompere la pasta e a non far fuoriuscire la farcia.

Tenendo saldo l’apice del sacchetto, girare delicatamente la base di un giro per creare l’apparenza di un “fico”.

Prima della cottura, deporre i “fichi” in un vassoio cosparso di farina per evitare che la base si attacchi al vassoio.

Se avanza qualcosa della farcia, la si può aggiungere al brodino già preparato.

In una pila con cestello far bollire quanto basta di acqua aggiungendo un cucchiaio raso di sale e inserire i “fichi”. Mescolare di tanto in tanto. Quando saliranno a galla sarà il segno che sono cotti.

 

Impiattamento:

Prima versare il brodino compreso il tuorlo cotto insieme e l’eventuale rimanenza della farcia, il tutto adeguatamente porzionato a occhio.

A pioggia aggiungere il parmigiano grattugiato, senza esagerare.

Aggiungere i “fichi”, porzionandone il numero, depositandoli nel brodino.

Un filo d’olio E.V.O. sopra i “fichi”, ovvero una piccola pioggia di parmigiano.

Servire caldo.

 

Note:

La farcia può essere preparata con vari ingredienti (noci e nocciole tritate, carne macinata precotta…), ma confezionati in modo da essere immediatamente “palatabili” come, appunto, la polpa di un fico;

il miele è base fondamentale per ricreare il gusto dolce del fico cui la ricetta si ispira, di conseguenza risulta insostituibile.

 

Al Vostro appetito una buona soddisfazione.