Razzismo canino

Sono agghiacciata! Davvero! Leggo tanti post su Facebook di volontari che cercano disperatamente di far adottare cani adulti e cuccioli. E poi leggo un nuovo post: una volontaria afferma che qualcuno avrebbe adottato volentieri lo splendido, tranquillo e sano cucciolo nella foto ma non lo fa perché è nero! Perché è nero? Forse non ci arrivo io ma un animale è bello a prescindere, fuori e dentro! Poi può piacere più una razza che un’altra, più un colore che un altro, più una taglia che un’altra. Ma non si può scartare un cane perché è nero! Qual è il problema? Nero viene associato forse a “cattivo”? E tanta gente ha ancora maggiori riserve sui gatti neri, che qualcuno pensa possano portare sfortuna! Non sarà il caso di andare finalmente oltre le superstizioni e le false credenze? E se non riusciamo ad accettare animali di colore nero per sciocchi motivi, come riusciremo ad accettare la diversità e a superare il pregiudizio rispetto ad altri esseri umani?

Riso e ananas

Ma quante idee ha in cucina il Ratatouille romano di questo blog? Infinite! Ecco la sua ultima deliziosa creazione!

Per quattro persone

Tempo: 1 ora

Difficoltà: facile

 

Ingredienti:

8 più 2 fette di ananas formato ciambella

8 cucchiai di riso per risotto

12 noci sgusciate

4 uova

Erba cipollina tritata q.b.

Sale q.b.

Burro q.b.

Latte a piacere

Parmigiano grattugiato a piacere

 

Preparazione:

Sgusciare le noci e tritare leggermente i gherigli.

Se le fette di ananas sono in barattolo, sicuramente avranno un vuoto al centro che, se troppo stretto, può essere allargato con un cerchietto in acciaio di diametro appropriato; altrimenti, dopo averne eliminato l’esterno, si provvederà a tagliare le fette di ananas di circa 15 mm. di spessore e a praticare il foro con il cerchietto come descritto sopra.

Nel frattempo cuocere il riso al dente con due pizzichi di sale.

Accendere il forno a 200°.

Imburrare leggermente una teglia appropriata e sovrapporre nella stessa a due a due le fettine di ananas in modo da ottenere quattro porzioni.

Porre nei fori un cucchiaino di riso che farà da base.

Rompere le uova e con un separa tuorli lasciar cadere l’albume nei fori degli ananas sovrapposti.

Lasciare debordare l’albume e porre nel foro i tuorli stando attenti a non romperli.

Salare leggermente sia i tuorli che gli albumi, cospargendoli anche con un po’ di erba cipollina tritata.

Infornare per circa quindici minuti controllando quando le uova saranno cotte.

Nel frattempo spezzettare grossolanamente le altre due fette di ananas e unirle al riso già cotto.

Aggiungere al composto anche le noci tritate e mescolare fino ad amalgamare bene il tutto.

Se piace si può aggiungere del latte e un cucchiaio di parmigiano grattugiato.

Il piatto può avere per base il composto di riso – ananas – noci grattugiate, ponendovi sopra gli ananas passati al forno, dividendo equamente gli albumi cotti nella teglia che ovviamente si saranno uniti.

Ovvero si può impostare tenendo divise le due pietanze nel piatto in modo che il composto sia a parte dall’ananas cotto al forno con la loro parte di albume.

Al vostro appetito una buona soddisfazione.

Pensieri su… “Giallo di mezzanotte”

È il terzo libro (dopo ”Lo strano caso dell’orso ucciso nel bosco” e “Delitto con inganno”) che leggo con protagonista l’ispettore Marzio Santoni, che non mi è particolarmente simpatico, ma l’ambientazione da favola mescolata con efferati omicidi funziona. “Giallo di mezzanotte” (Newton Compton editori, uscito a marzo 2018) di Franco Matteucci mi ha riportata a Valdiluce, un luogo fiabesco dove avvengono omicidi che Lupo Bianco (soprannome dell’ispettore) riesce puntualmente a risolvere. Stavolta non avevo l’edizione cartacea ma quella in Pdf.

Non vedevo l’ora di ritrovare gli animaletti che vivono in casa dell’ispettore Santoni: riccio Arturo, topo Mignolino, il pipistrello Puppy (che adoro!), le formiche nel formicaio dentro la teca di vetro (che prevedono il tempo) e ora, anticipazione, anche l’intelligentissimo cane Romeo!

E tra gli animali stavolta compare anche il Daü, creatura che appartiene davvero alle credenze popolari e che vive in montagna. Si tratta di una sorta di capriolo con le zampe più corte da un lato e che per questo può andare in una sola direzione.

Al centro della vicenda c’è proprio la caccia al Daü, animale innocuo che non va ucciso ma catturato infilandolo dentro un sacco. Madrina dell’evento, che ovviamente avrà luogo a Valdiluce, è Diana Caselli, star della televisione. Ma la donna ha intenzione di partecipare solo per incontrare il suo amante. A guastarle la festa ci saranno il fidanzato e altre presenze… e purtroppo, neanche a dirlo, la caccia terminerà nel sangue…

Anche in questa avventura, come in “Delitto con inganno”, c’è il sesso di mezzo, più che nelle precedenti storie.

Stavolta, però, l’assassino lascerà delle tracce, deciso a farsi prendere…

L’omicidio cruento (che non descriverò per non rovinare la lettura) e la ricerca del colpevole sono accompagnati da momenti magici. Ad esempio, quando Santoni ricorda l’origine del suo soprannome, dovuta a quando da bambino sopravvisse per tre giorni da solo in montagna in mezzo alla neve, ed è ancora consapevole che a salvargli la vita furono gli gnomi della foresta.

I libri di Matteucci, e questo in particolare, sono a metà tra favola, commedia (come quando Santoni parla delle “vedette” di Valdiluce che sanno tutto di tutti) e giallo.

Tutto si risolve in poco tempo. Il delitto avviene in una notte di luna nera, durante la caccia al Daü. E a Santoni sembra anche di vederlo un Daü, ma in quel momento è troppo preso dall’indagine…