Nascosti dietro un dito per essere visti

Mi è venuto in mente il termine vigliacco. Non ne ho trovato un altro ma credo non calzi alla perfezione per il genere di persona che vorrei descrivere. Quello che intendo è un tipo particolare di essere umano, per fortuna raro: si tratta di chi non ha il coraggio di affrontarti, di dirti qualcosa in faccia, così lo dice ad alta voce a qualcun altro a poca distanza da te. In questo modo tu lo senti parlare male di te, ma quella persona non sta parlando direttamente con te, e quindi non puoi risponderle. Dovresti avvicinarti e interromperla mentre sparla di te con un’altra persona. È un modo di fare al limite del patologico ma vi posso assicurare che esiste chi si comporta in questo modo.

Vedere qualcuno comportarsi in questa maniera e rifiutare il dialogo mi ha fatto riflettere. Adottando questo comportamento, la persona in questione non ammette repliche e si autoconvince di avere ragione, rendendo partecipi altri del proprio punto di vista e cercando facili consensi. Chi si comporta così mi fa un po’ pena perché, a mio avviso, agisce per invidia e dimostra di essere infantile.

Vorrei trovare un termine nuovo per questo modo di comportarsi. È una diffamazione alla quale assiste il diretto interessato, un reato in diretta con la consapevolezza che lo si sta commettendo. E chi diffama vuole essere visto e sentito ma senza doverne rendere conto alla persona diffamata. Insomma, si tratta di un esibizionista della propria opera di diffamazione. Un diffamatore a vista. Non esattamente un vigliacco; è qualcuno che non ha paura di quello che dice ma teme la reazione della persona di cui sparla. Un vigliacco a metà.

Una volta

Camminavo a quattro zampe come un gatto, attraversando un gruppetto di gatti rossi o grigi e neri. Ho guardato per un istante un gatto grigio e l’ho salutato, dicendo: “Ciao!”. E sono passata oltre. Mentre riprendevo il mio cammino a quattro zampe, il gatto ha risposto al mio saluto con saggezza: “Una volta”. Non capendo, mi sono voltata, sempre rimanendo a quattro zampe. L’ho guardato e gli ho detto: “Non ho capito. Cosa mi volevi dire?”. E il gatto saggio mi ha risposto un po’ scocciato, perché si aspettava che io afferrassi al volo il suo consiglio: “Una volta, la fortuna passa una volta”.