Le piccole cose

Sono le piccole cose a tenere unite le persone. Lo sguardo dolce di una madre, la mano di un amico su una spalla, il sorriso di un figlio verso il padre, il bacio di due fidanzati che si salutano prima di rivedersi il giorno dopo. Sono le piccole cose a tenere unite le persone. Quelle piccole cose che, se mancano, si finisce per rinfacciarsi per tutta la vita.

Pensieri su… “L’informatore”

Quest’anno per la “Festa della donna” ho ricevuto un regalo inaspettato: “L’informatore” (Mondadori 2016) di John Grisham. 

Non avevo mai letto niente di questo autore ma la storia mi ha subito conquistata. Senza contare che la copertina con sfumature di rosa antico è adorabile e il profumo della carta piacevolmente dolciastro (ogni tanto, durante la lettura, mi fermavo per annusare il libro…).

La storia è intricata ma spiegata in maniera semplice e molto chiara. L’ufficio della CDG, formato da avvocati che indagano su giudici corrotti, viene contattato da un uomo, Greg Myers, nome fittizio di un avvocato radiato dall’albo, che ha informazioni sulla giudice Claudia McDover; però queste informazioni non gli arrivano direttamente ma tramite un’altra persona che ha il contatto diretto con la talpa. E la talpa è molto vicina alla McDover. È un lavoro per gli avvocati Lacy Stolz e Hugo Hatch. La giudice farebbe affari con Vonn Dubose, capo della mafia della costa, in Florida, un uomo incensurato che nessuno conosce, grazie al casinò costruito sul territorio indiano dei Tappacola. Da subito sembra che Myers stia dicendo la verità, e poco dopo l’uomo firma una denuncia. Lui, la talpa e il tramite sperano in una ricompensa. Però non è così semplice: non si tratta solo di smascherare un giudice corrotto ma di mettersi contro un’intera organizzazione criminale. Bisogna coinvolgere l’FBI, se riterrà il caso interessante. A volte sembra che le cose potrebbero andare nel verso giusto, altre che non ci sia più speranza. Ad un certo punto ho avuto paura che avremmo perso Lacy…

Tra colpi di scena, intimidazioni e sparizioni la storia si dipana, dando al lettore sempre un motivo per cambiare capitolo. C’è anche una spolverata di storia d’amore, ma giusto una spolverata, quando entra in scena l’FBI…

Un libro di piacevole lettura, perché la storia, nonostante si svolga tra avvocati, uffici e burocrazia, non è mai scontata, né banale. Il ritmo è incalzante ma non troppo, è come fare una cavalcata tranquilla trottando, mentre piano piano tutti i tasselli vanno al loro posto. Soltanto sul finale il ritmo diventa più veloce ma non voglio rovinare la sorpresa ai lettori.

Un bel libro, tradotto anche bene. Da leggere.

Gnocconi di monte e mare

 
Nuova delizia del nostro Ratatouille romano! 

Per quattro persone
Tempo 1 ora circa

Difficoltà: facile

Ingredienti:

Farina 00 400 gr.

Fegato di bovino​ una fettina

Noci ​​​8

Miele​​​ q.b.

Tonno sott’olio ​​100 gr.

Cipolla​ bianca​​ una

Salvia​​​ 2 cucchiaini

Maggiorana​​ due cucchiai

Pecorino romano ​q.b.

Olio E.V.O.​​ q.b.

Sale​​​ q.b.

Preparazione:

In una ciotola unire la farina con due cucchiai rasi di maggiorana e un cucchiaino di sale impastando con acqua fino ad ottenere una pallottola consistente ma non tirata come per la pasta.

Lasciarla a riposare nella ciotola coprendo con la pellicola.

Sgusciare le noci, tritarle molto finemente con un frullatore e mescolarle con miele a piacere.

Tritare il tonno dopo averlo sgocciolato. In una padella far appassire in olio mezza cipolla tagliata a spicchi finissimi e mischiarla con pochissimo olio di cottura con il tonno ottenendo un composto omogeneo e denso.

In una padella con un poco di olio, due cucchiaini di salvia tritata e l’altra metà della cipolla tritata finemente cuocere la fettina di fegato, opportunamente dilavata, 5 minuti per parte.

Tagliare la fettina di fegato man mano che si comporranno gli gnocconi, in rettangoli adeguati.

Porre una pila adeguata con acqua sufficiente alla cottura degli gnocconi, salare e portare a bollo.

Nel frattempo togliamo la pasta dalla ciotola e su un tagliere infarinato ricaviamone dei rettangoli non molto spessi e altre forme variate (in modo da individuarne il contenuto) dove porremo porzioncine di noci al miele, di tonno e di fegato in salvia).  Richiudere le forme di pasta raccogliendole ad involucro impermeabile e porle in surgelatore per dieci minuti.  Quando l’acqua raggiungerà un alto bollore aggiungere gli gnocconi non tutti in una volta, ma in modo da non far mai scadere il bollore.

Attendere circa quindici, venti minuti per la completa cottura. Si vedranno gli gnocconi risalire come segno che sono quasi pronti.  Porzionare il piatto con le varie forme di pasta guarnendo con salsa di pomodoro e piselli (come da foto) ovvero in bianco con una lieve annaffiata di olio speziato e pecorino romano, ma anche con un brodino vegetale a base di menta tritata.

Al vostro appetito una buona soddisfazione.

Pensieri su… “La Natura Esposta”

Il mio primo libro di Erri De Luca: “La Natura Esposta” (Mondadori 2016).

Ho saputo che Erri De Luca sarebbe venuto a fare una presentazione e, curiosa, ho preso il libro e l’ho letto d’un fiato!

Che dire? L’argomento è alquanto delicato. Uno scultore si ritrova a dover scappare dalla sua amata montagna e va a svernare al mare, dove gli viene commissionata la modifica di un’opera. Si tratta di un Cristo che era originariamente nudo e poi venne coperto con un drappo; ma ora si vuole tornare alla scultura originale, con la certezza di danneggiarne la “natura”, come dice lo stesso scultore. E con altrettanta delicatezza viene scritta la storia, quasi una favola che a tratti sfiora la poesia. Il finale mi ha emozionata e quasi commossa: non lo avrei creduto.

A questa storia si mescola quella di tre amici: lo scultore, il fornaio e il fabbro.

C’è una donna senza nome, definita “la donna”: un personaggio ambiguo di cui mi fidavo, come lo scultore, ma che alla fine nasconderà un mistero non svelato.

Niente nomi propri in questo libro, né delle persone, né delle città. Tranne Napoli.

Fondamentali per il lavoro di ricerca dello scultore protagonista sono anche un algerino musulmano, un rabbino e un sacerdote.

Non sapevo dove sarebbe andata a parare questa storia di uno scultore che sembrava non avere fede: chissà, forse ora ce l’ha.

Coerenza

È vero che solo lo stolto non cambia mai idea. Il saggio invece lo fa, ma credo non diverse volte all’interno dello stesso discorso, né penso che di punto in bianco rinunci a tutti i suoi ideali!
Vi è mai capitato di veder cambiare una persona sotto i vostri occhi e solo per convenienza? Conoscete una persona e questa si professa per anni in un modo. È tutta d’un pezzo, ci si può sempre contare, è affidabile, credete di conoscerla. Poi un giorno la convenienza incrocia la sua strada. Ed eccola lì la persona cara, a rimangiarsi pezzo per pezzo tutto quello che vi ha detto per anni. Perché in fondo cos’è la correttezza? Cos’è l’educazione? Cos’è il buonsenso? Cos’è l’amicizia? Perché parteggiare sempre per l’onestà? Cos’è la coerenza? Ci vuole così poco a cambiare bandiera! E quella della convenienza la danno gratis.

Pensieri su… “Una ragazza bugiarda”

È uscito il 30 marzo 2017 il thriller “Una ragazza bugiarda” di Ali Land. Io l’ho ricevuto da Newton Compton editori per il “Club dei lettori” ed è stata una graditissima sorpresa!

Non so perché ma leggere questo libro mi è sembrato come vedere un film. Saranno le scene a scuola, il ritmo serrato e i dettagli sul passato della protagonista che vengono centellinati nelle sue riflessioni… Sì, perché questo libro è scritto in prima persona e svela i pensieri più nascosti della protagonista: Annie, che ora viene chiamata Milly. Ma non è l’unica ad avere dei segreti: anche la donna che la ospita ne ha, come sua figlia Phoebe, che non è perfetta come vorrebbe far credere. E il marito e padre Mark, nonché psicologo di Milly, la aiuta ad andare avanti; mentre scrive un libro su di lei.

Milly ha un nuovo nome e una famiglia temporanea per sfuggire a sua madre: una donna perversa che ha ucciso nove bambini in presenza di sua figlia. La ragazza le somiglia molto fisicamente e si chiede se in fondo non sia anche lei un’assassina come sua madre.

Tutto il libro si svolge in attesa del processo, tra Milly che cerca la normalità e i tiri mancini di Phoebe. Ma dopo il processo cosa ne sarà di Milly?

Il processo arriva e viene superato. Gli ultimi capitoli sono quelli più veloci, quelli che non si riesce a smettere di leggere. Perché sono quelli che sveleranno la verità: tutta la verità. Una verità sconcertante che il lettore arriverà a conoscere grazie ai racconti di Milly ma che nella storia gli altri non riusciranno a vedere, o si rifiuteranno di vedere.

Il titolo in inglese rende meglio l’idea: “Good me bad me”, cioè la buona me e la cattiva me. Questa frase viene scritta anche alla fine del libro mentre Milly si racconta. Spesso si rivolge direttamente alla madre, che non esce mai dalla sua testa. 

Qualche errore di battitura ma un’ottima traduzione.

Una storia scorrevole e avvincente, con un finale inaspettato. Veramente da leggere per gli amanti del thriller.