Love ♥ Raccontami l’amore – L’Antologia che parla solo di Amore

Ho appena ricevuto “Love ♥ Raccontami l’amore – L’Antologia che parla solo di Amore” (Arduino Sacco Editore 2017). E finalmente posso sfogliare questa raccolta che contiene il mio contributo “La nuvola dell’amore”.
Ho ricevuto due copie speciali, ognuna con un adesivo in rilievo a forma di cuore: un tocco di dolcezza!

Pensieri su… “Il misterioso caso di Charles Dexter Ward”

Un classico dell’horror “Il misterioso caso di Charles Dexter Ward” di Howard Phillips Lovecraft, in un’edizione in nero dei classici Newton Compton uscita a gennaio 2017. Adoro questi classici con la copertina morbida e imbottita!

Le prime pagine mi hanno un po’ spiazzata, perché si fanno riferimenti a una storia che si rivelerà intricata e ricca di particolari. Lentamente però tutto prende forma e le domande trovano risposta.

La trama

Questa è la storia di un giovane uomo: Charles Dexter Ward. Fin da ragazzo si è interessato alle antichità e al passato della sua città: Providence. Questa profonda passione si trasforma però in ossessione quando Charles scopre che tra i suoi antenati c’è una figura a dir poco controversa: Joseph Curwen, vissuto 150 anni prima. Il ragazzo scava a fondo e con molta difficoltà scopre molto della vita di questa figura odiata e temuta dai suoi contemporanei. L’uomo aveva vissuto nella sua stessa città dopo essersi trasferito da Salem. Visse a lungo e fu legato a sparizioni di uomini e strane luci provenienti da una fattoria che aveva comprato a Pawtuxet. Lentamente Charles comincia a fare delle scoperte sempre più interessanti e a coinvolgere sempre meno la sua famiglia e il dottor Willett, amico di suo padre. 

Un libro incredibile e pieno di dettagli che si intersecano e di misteri che verranno lentamente svelati. Ma non tutti subito. Bisogna aspettare le pagine successive per capire cosa volessero dire alcune lettere o cosa significassero alcuni comportamenti del giovane Ward, come anche per decifrare il suo strano viaggio in Europa. A svelare alcuni misteri penseranno anche degli articoli di giornale. E tutto alla fine avrà un senso. 

Charles alla fine, completamente cambiato, verrà portato dagli “alienisti”, perché la sua mente venga curata. Ed è da qui che comincia il libro, per poi andare a ritroso. Ma il giovane ha davvero bisogno di essere curato?

Un libro da leggere per tutti gli amanti del genere.

Giusto un po’ di spoiler… 

Chi è la figura evocata da Willett proprio alla fine della storia? Questo non viene spiegato.  Si capisce solo che proviene da un lontanissimo passato e che sta dando la caccia ai tre stregoni che lentamente fanno capolino nella storia…

Risotto sole

Ed ecco qua una nuova creazione culinaria del nostro Ratatouille romano! Un risotto leggero e saporito!

Per tre persone
Tempo 45′

Difficoltà: facile


Ingredienti:

Riso​​ 10 cucchiai

Cetriolo​ uno di grandezza media

Sedano ​​un gambo senza foglie

Limone​​ uno di grandezza media

Curry​​ due cucchiaini

Sale grosso​ q.b.

Zucchero​ un cucchiaio e mezzo

 

Preparazione:

Lavare e asciugare il sedano. Tagliarlo in dadini piccoli.

In una pentola appropriata mettere acqua di volume doppio al riso da cuocere.

Porre i dadini di sedano nell’acqua e portare a ebollizione.

Nel frattempo togliere al cetriolo la buccia aiutandosi con un pelapatate.

Tagliare il cetriolo per la sua lunghezza in quattro parti e ridurlo a cubetti.

Mettere il cetriolo in una ciotola di ceramica. Aggiungere lo zucchero.

Spremere il limone e aggiungerlo alla ciotola con il cetriolo. Nello spremere il limone, si può mettergli sotto un passino a maglie strette per raccogliere subito e senza fatica i semi che inevitabilmente cadranno, lasciando scolare il succo senza grumi fastidiosi.

Mescolare il cetriolo con lo zucchero e il limone lasciando amalgamare e insaporire il tutto.

Quando l’acqua in pentola inizierà a bollire, aggiungere il riso.

A metà cottura aggiungere il sale e lasciare asciugare il riso fino ad ottenere una massa compatta ma ancora abbastanza fluida, badando a non farlo attaccare al fondo della pentola.

A cottura ultimata porre il riso in una ciotola adeguata di ceramica.

Aggiungere il curry e mescolare fino ad ottenere un amalgama uniforme.

Aggiungere il composto di cetriolo, zucchero e limone.

Mescolare delicatamente mantenendo la consistenza di un risotto fluido in modo che non risulti troppo pastoso.

In questo caso non serve irrorare con olio.

Servire molto caldo.

A chi piace è concesso di spolverare con parmigiano, ovvero pecorino, grattugiato, senza esagerare.

Al vostro appetito una buona soddisfazione.

Raccontami l’amore

E poi ricevo una telefonata: la Arduino Sacco Editore mi avvisa che è uscita “Raccontami l’amore – L’antologia che parla solo di amore” e che contiene il mio contributo “La nuvola dell’amore”.

Avevo mandato questo scritto diverso tempo fa e poi non ci ho più pensato. E adesso la raccolta è uscita e finalmente anche il mio racconto è stato pubblicato! Anche se non è propriamente un racconto… è più una sensazione, un’idea, una rappresentazione dell’amore… Insomma, vi invito a leggerlo.

Pensieri su… “La donna nella pioggia”

“La donna nella pioggia” (Piemme 2017) di Marina Visentin è stata una bellissima sorpresa!

Difficile definirne esattamente il genere, direi un thriller psicologico ma dall’andatura tranquilla, mentre si scava sempre più a fondo in un passato oscuro. A parlare in prima persona è la protagonista: Stella. Un’illustratrice di libri per bambini che lavora per una scrittrice ormai diventata sua amica, e che ha anche altre ambizioni a livello lavorativo. Un marito devoto con un buon lavoro, una bella casa a Milano e la sua ragione di vita: le sue due figlie. Una bellissima bolla di sapone destinata a scoppiare all’improvviso. Proprio nel periodo in cui Stella inizia ad avere dei vuoti di memoria, comincia anche a vedere le cose con occhi nuovi… Stravolge tutta la sua vita, la sua routine, il suo mondo, per inseguire il suo vero padre. E nessuno della sua famiglia sembra volerla aiutare. Stella vuole fare luce sulla prematura scomparsa di sua madre, quando lei era molto piccola. Com’è morta sua madre e dove? L’uomo che l’ha adottata e che aveva sposato sua madre le elargisce mezze verità con il contagocce. Poi c’è sua zia, la sorella della madre, una donna stravagante che le sfugge come un’anguilla. E c’è suo padre, il suo vero padre. Cosa gli è successo? È morto? E perché lei non lo ha mai incontrato? Stella è davvero orfana da quando era bambina? La sua estenuante ricerca del suo padre naturale la porterà molto lontano… E mentre la donna gira come una trottola in Italia e all’estero, continua a sentirsi osservata…

Una storia incredibile che comincia con il racconto della vita di una donna comune che ha una vita normale: casa, figli, lavoro, responsabilità e qualche problema. Una trama che ha più del romanzo rosa. E poi Stella rompe tutti gli schemi per scoprire la verità sui suoi genitori, quella verità che per quasi quarant’anni le è stata negata.

Una scrittura molto scorrevole, che spesso si perde nei pensieri della protagonista. E mentre Stella rimuginava sul suo passato o raccontava la sua quotidianità, io ero impaziente di sapere come sarebbero andate avanti le sue ricerche. Un libro che si legge molto bene, una trama che non ha intoppi, e che tra una vicenda familiare, una riflessione e un ricordo, dispensa i tasselli del puzzle che compone il passato nascosto del padre di Stella e la verità sulla morte di sua madre. All’inizio va tutto a rilento ma nelle ultime pagine il libro corre, corre come un fiume in piena… e si porta dietro tutta la verità.

Consigliato!

Pensieri su… “Il viaggio trasparente”

“Il viaggio trasparente” (Tapirulan – Tapirumé 2017) di Rita Salvadori è un libro difficile da raccontare: la trama sconfina dentro e fuori dal libro, coinvolgendo il protagonista in prima persona nella storia di carta contenuta in un quaderno. Un quaderno molto speciale che gli è stato donato da Aurora, una donna che incontra sul treno e che glielo affida. E la storia di carta diventa una realtà parallela che si sta svolgendo proprio mentre lui legge ed è in dovere di aiutare Anita, viaggiatrice sul treno trasparente.

Un libro a colori nel vero senso della parola: a seconda del personaggio che parla, il testo ha un diverso colore (rosso, blu, verde o nero). Non avevo mai letto un libro a colori.

Mi ha colpita molto l’uso continuo della parola “antico”. Come se questa storia venisse davvero da un passato lontano che fa parte del nostro presente.

È un viaggio su un treno reale e su un treno trasparente in un’altra dimensione, tra fermate in questo mondo e fermate che portano in posti che non esistono per la nostra percezione. Il treno trasparente ha scompartimenti speciali per chi lo prende e fermate inaspettate in posti bellissimi o pericolosi. È un viaggio in un mondo parallelo per superare le proprie paure, trovare sollievo e risposta alle nostre domande. Su quel treno si viaggia da soli. E a un certo punto della vita si sente la necessità di salirci…

Un libro surreale che non tiene i piedi per terra neanche per un attimo, nemmeno quando la storia comincia su un treno vero, uno dei tanti che sono nelle nostre città. Perché da subito la situazione sembra strana: una donna e un uomo si incontrano in un vagone del treno e lei gli affida il suo quaderno, che sarà la sua àncora di salvezza durante il viaggio al di fuori dal mondo conosciuto.

Una storia davvero particolare. Mi sono chiesta: se salissi sul treno trasparente, chi sarebbe il mio antagonista e riuscirei a batterlo da sola? E cosa ci sarebbe per me nei vagoni? Chi mi aspetterebbe? E dopo dove andrei?

Segnali

Segnali. Le donne soprattutto ci fanno caso, si vede anche nel film “La verità è che non gli piaci abbastanza”, solo che a volte li interpretano male.
E intanto noi donne cerchiamo di mandarne, di mandare segnali alla persona che ci interessa o che ci potrebbe interessare.
Lui ci manda un’e-mail ma forse la sua gentilezza dipende solo dal fatto che è un collega. Lui ci sorride, probabilmente solo per essere cordiale. Lui ci telefona ma è solo per invitarci al suo compleanno e noi siamo la ventesima persona che chiama. O magari fa il carino, perché ci trova carine ma finisce là. E se dicesse: “Ti aspetto”? O peggio, se scrivesse: “Ci vediamo?”. È solo una frase fatta ma leggerla, ad esempio, in un social network, senza vedere l’espressione del visto o sentire il tono della voce, rende l’interpretazione ancora più difficile!
Come si fa ad interpretare correttamente i “segnali”? Quelli che ci indicano quando un uomo è interessato a noi? Come si fa a distinguere questi “famosi” segnali dai semplici atti di cortesia o dalle carinerie fini a se stesse? Esiste un manuale che lo spieghi?
Se un uomo invita una donna a cena, non è detto che sia davvero interessato. Potrebbe solo essere attratto e non vedere oltre l’orizzonte di una sera. Ma allora, se è difficile capire le intenzioni di chi apertamente si fa avanti, tanto più è complicato interpretare le intenzioni di chi manda solo dei segnali che potrebbero essere male interpretati o, peggio, scambiati per tali quando invece non lo sono!
Esempi. Lui manda dei segnali, lei crede che non lo siano, lui pensa che lei non sia interessata. O magari lei prova a mandare dei segnali ma lui non li avverte e lei lascia perdere. E a volte le donne troverebbero più comprensione e risposte se quei segnali venissero mandati nello spazio…
Certo, in alcuni casi i due protagonisti si comprendono e decidono tramite sguardi, sorrisi e gentilezze di avvicinarsi l’uno all’altra. Se i segnali sono graditi da entrambe le parti, le cose ingranano da sole; altrimenti, niente.
Ma se così non fosse? Se ci trovassimo di fronte a un’insicura, a un ottuso o a due timidi? Semplice: c’è in agguato il “destino”! È lì, pronto a saltar fuori e a far incontrare alla fermata dell’autobus i due perfetti innamorati che ancora non hanno capito di esserlo. 🙂 A volte ci mette un po’… magari si era addormentato mentre se ne stava in agguato tra i cespugli… 😛 Ma poi si sveglia di colpo e rimette le cose a posto! 😉 E comunque, alla fine, dipende tutto da noi, perché è il libero arbitrio ad avere sempre l’ultima parola. E quindi, quando ci troveremo a quella fermata dell’autobus dove “per caso” si materializzerà proprio “quella” persona, saremo liberi di fare la nostra scelta, magari di farci avanti subito. Segnali o meno.