Abeditore ha avuto una bellissima idea con “L’altra metà delle fiabe” (2016) a cura di Antonella Castello e non posso che ringraziare per questo interessante invio!
In questo testo vengono messe a confronto le tre fiabe “La bella addormentata nel bosco”, “Il gatto con gli stivali” e “Cenerentola” di Charles Perrault, tradotte da Carlo Collodi, con le loro controparti italiane contenute in “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile: “Sole, Luna e Talia”, “Cagliuso” e “La gatta Cenerentola”.
Quello che è stato scritto da Perrault è successivo alla versione di Basile. Sarebbe interessante fare un confronto anche con le fiabe di Jacob e Wilhelm Grimm.
Nel testo si comincia con le tre fiabe di Perrault, seguite dai racconti di Basile. Ma io non le ho lette in quest’ordine: ho cominciato con la prima fiaba dello scrittore francese e poi ho letto la controparte dell’autore napoletano, e così via. Sono molte le somiglianze ma ci sono anche diverse parti discordanti. La certezza è che Basile ha messo inchiostro su carta prima di Perrault.
Un libro che vi porterà a fare un paragone spontaneo tra la fiaba come la ricordate dall’infanzia, la versione di Perrault e la più antica di Basile. E non potrete non pensare alle versioni dei cartoni animati Disney “Cenerentola” e “La bella addormentata nel bosco”, e al gatto con gli stivali che accompagnava l’orco Shrek ed è stato protagonista del film “Il gatto con gli stivali” della DreamWorks.
— Spoiler —
È giusto che ognuno legga questi racconti e tragga le proprie conclusioni, notando somiglianze e differenze. Però qualche considerazione personale la vorrei fare.
Nella fiaba “La bella addormentata nel bosco” non c’è il bacio del vero amore per il risveglio! La principessa si sveglia solo perché così aveva detto la fata nel suo incantesimo ed erano passati cento anni. Poi, a chiamarsi Autora è la regina, non la principessa come nel cartone animato Disney. Interessante il dettaglio che, appena la principessa si punge con il fuso, viene avvertita la fata che ha mitigato il cattivo incantesimo della fata anziana da un nano che indossa gli stivali dei sette chilometri, che ricordo come gli stivali delle sette leghe.
Interessante il fatto che “Il gatto con gli stivali” fosse un gatto maschio, mentre in “Cagliuso” la gatta era una femmina. In entrambi i racconti, nessuno si stupisce di sentirli parlare.
Disney ci ha mostrato nell’omonimo cartone animato come Cenerentola avesse in tasca l’altra scarpetta, dopo che quella portata in tutto il reame si era appena rotta. Pensavo fosse un’invenzione ma non del tutto: nella versione di Perrault, la scarpetta che fa il giro del regno non si rompe ma Cenerentola aveva comunque in tasca l’altra. Di vetro.